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48 PALAZZI

vanno a riunirsi nel centro per dare accesso agli appartamenti. Il vestibolo è formato da un arco che lo taglia in tutta la sua lunghezza, in modo da presentare da un lato il prospettivo della via di Doragrossa, e dall’altro quello della via della Zecca.

È per tre lati circondato da vecchi e profondi fossi destinati a giardino. La facciata orientale conserva intatte le antiche sue torri; unico ricordo del medio evo che sia in Torino.

Nel lato vecchio a mezzodì dal lato di Porta Nuova si conserva nel muro un pezzo di cornice, con due mensule, sormontate da una testa, che viene attribuito al Vignola.

Il Cibrario sospetta che questa possa essere stata la casa forte che Guglielmo VII aveva edificata nel tempo in cui signoreggiò la città di Torino.

Verso la metà del secolo XIV, Iacopo di Savoia, principe d’Acaia, vi faceva murare una casa. Amedeo VI, il Conte Verde, vi negoziò, nel 1381, la famosa pace tra Venezia e Genova.

L’ultimo principe d’Acaia, Lodovico, ricostrusse le torri alte e robuste, quali ancor si vedono di presente (1416).

Abitarono il castello quando venivano a Torino i duchi di Savoia, fino a Carlo III inclusivamente. In esso nacque, il 26 giugno 1489, Carlo II che morì di pochi anni e non regnò che di nome.

La sala del castello, a’tempi di Carlo Emanuele I, serviva di teatro di corte: ivi fu rappresentata, per le nozze del duca colla infanta figliuola di Filippo II, la favola Il pastor fido.

Più meste memorie ricordano le sue torri, per avere servito lungo tempo di carcere.

Questo palazzo, che sul finire del secolo scorso era stanza dei duchi di Savoia e di Monferrato, che sotto al governo francese fu sede del tribunale d’appello, è ora nobilitato della reale pinacoteca, di cui parleremo più innanzi, e nella sua aula maggiore si accoglie il Senato del regno.

Era unito altra volta al nord col palazzo reale per mezzo di una galleria, che fu atterrata nel 1801. Si trattò allora di distruggere anche il castello, sotto pretesto di togliere ogni ingombro alla piazza. Ma per buona sorte il senno di Napoleone vi s’oppose; e il castello restò.

Al posto di una delle vecchie torri sorge il nuovo Osservatorio astronomico, sotto la direzione dell’illustre cavaliere Plana.