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32 FISIONOMIA DI TORINO

Stura e dall’Orco. Appartengono essi ad una specie di serpentina durissima, di colore verde oscuro, spesso coperti di macchie grigio-biancastre o di vene d’un verde più chiaro, e di tale una durezza che li rende atti ad essere lavorati. Infatti prima della rivoluzione francese eravi a Torino un Biagio Ferrero, abilissimo artista che aveva eretto al Valentino una officina in cui si pulivano e lavoravano tali pietre dure colorite, e ne uscivano di bellissimi lavori in tabacchiere, bottoni per vestiti ed utensili varii, ch’erano assai ricercati dai nostrali e dai forastieri. Oltre ai ciottoli serpentinosi havvene di gialli, di rossi ed altri di vario colore. Vi si rinviene anche il quarzo variolito, il dialaggio smaragdite, ecc.

Fatevi a percorrere le vie di Torino, dopo un acquazzone di estate, esaminate le varietà infinite di pietra di cui è composto il suo selciato, e quella passeggiata (siccome nota un arguto viaggiatore), potrà servirvi al pari, o forse meglio, di lezione di litologia.

La prima impressione morale che riceve chi visita Torino è quella delle tranquille abitudini de’suoi abitanti: essi percorrono durante le ore del giorno numerosi e affaccendati le vie della capitale non mostrando di avere altro interesse che quello de’propri negozi. La flânerie, questa nuova specie di occupazione inventata a Parigi che consiste nell’andar baloccando senza occuparsi di nulla, non fa breccia a Torino. Durante il giorno non si passeggia, si cammina. Ma la sera la cosa è affatto diversa: e’si può dire che in quell’ora la città muta d’aspetto. Una delle abitudini più care ai torinesi è quella della passeggiata: la passeggiata dopo gli affari è per essi loro una necessità, una misura d’igiene. Costretti in generale, anche la gente agiata, ad abitare in case poco spaziose, e i meno agiati in quarti e quinti piani o in soffitta, sentono un bisogno irresistibile di aria e di moto. Nelle ore della sera, sia inverno sia estate, si può dire che tutta Torino si versi nelle sue vie, nelle piazze, ne’pubblici passeggi, dentro e fuori della città, a cercare un’atmosfera più libera e salutare.

Nell’inverno il passeggio prediletto è da Piazza Castello, lungo i portici, sino alla riva del fiume Po: nell’estate al mattino, specialmente ne’dì festivi, nel giardino reale; la sera ne’giardini pubblici detti de'Ripari, eretti sugli avanzi degli antichi bastioni, che guardano la parte nuova della città, luogo grato per liete verzure, per ameni viali e per singolare amenità di prospetti. Nel mezzo al verde degli alberi sorge un magnifico caffè, foggiato a rotonda, frequentatissimo dai passeggianti. Il viale del Re offre un sito acconcio ad uno scelto e numeroso corso