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IL PO, LA DORA E LE ACQUE DI TORINO 25

di m. 207, onde la sua inclinazione dalle sue scaturigini a questo ponte è di m. 1744.

Nelle ultime piene avvenute nell’autunno del 1839 le acque del Po si sollevarono sopra corrente del ponte di Torino alla straordinaria altezza di m. 6 27.

La città di Torino va del tutto libera di qualunque anche più rimoto pericolo d’inondazione per la bassezza del letto del Po sotto il livello d’essa; essendo depresso m 24,56 sotto il piano di piazza Castello.

Il Po a Torino è fiume bastevolmente pescoso. Pregiate ne sono le anguille, e le sue trote si reputano più squisite di quelle che vengono dal Lago Maggiore. Lo storione (arcipenser sturio), che dal mare ne sale a ritroso le acque, giugne talora sino all’estremo lembo inferiore della città.

La Dora.— Sul giogo del Monginevro, ed all’altezza di m. 1974 sul livello del mare, nasce la Dora detta Riparia, Susina o Minore, per distinguerla dalla Dora Baltea, di nome e di fatto maggiore. Ingrossata di vari torrenti giugne a Susa, ove quella sua altezza non è più che di 503 metri. Questa riviera, che serba anche nel piano l’indole sua di torrente, cade nel Po alquanto sotto la Madonna del Pilone, in un alveo altro all’incirca 202 m. sopra il livello del mare: onde l’inclinazione della Dora dalla fonte alla foce può reputarsi di metri 1772. Il suo letto presso Torino giace m. 16,58 sotto il piano della via d’Italia, innanzi alla Basilica. La Dora Riparia è più ragguardevole di tutti gl’influenti superiori del Po.

Acque di Torino— Il Po e la Dora sono le acque principali che bagnano Torino. Dall’uno e dall’altra si sono fatti derivare vari canali sia per uso d’irrigazione, sia pe’ molti opificii, molini ecc. È curioso il vedere le molte derivazioni praticate lungo le sponde della Dora in siti difficili e frammezzo alle nude e scoscese rocce entro cui scorre incassata da Alpignano fin presso Torino; tra le quali è da annoverarsi quella che dà l’acqua alle vie della capitale. A tenere la città, dice il Bertolotti, sgombra dalle nevi e dalle immondizie; a rinfrescarne le vie negli estivi ardori, ed a porgere rapidamente gran copia d’acqua per lo spegnimento degli incendi giova sommamente un ramo di quel canale d’acqua tratto dalla Dora Riparia. Quest’acqua distribuita per la città con ingegnosa livellazione scorreva un tempo nel bel mezzo delle strade, ed ora per sotterranei canali quasi per tutte le vie della città; i rivi e rigagnoli ch’essa ne forma vengono chiamati Dore (Doire).

Emanuele Filiberto ordinò nel 1573 la derivazione di questo canale