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24 | clima ed igiene |
Un calcolo fatto pel corso di diciott’anni (dal 1821 al 1839) dello stato atmosferico porge il seguente prodotto annuo: Giornate serene 144, miste 134, piovose 87.
Predominano nell’inverno le infermità di carattere reumatico, le pleurisie, le peripneumonie, ma particolarmente le bronchiti che sono spesso ostinatissime. Nella primavera le affezioni esantematiche, mantenendosi anche frequenti le bronchiti, ed altre acute flogosi pettorali. Nella state le encefaliti, le apoplessie, le febbri d’indole gastrica, le diarree, le dissenterie. Nell’autunno le affezioni gastro-enteriche e le febbri intermittenti, in ispecie quando questa stagione è piovosa oltremodo.
La mortalità viene calcolata al tre per cento circa della popolazione. I casi di longevità non sono tanto rari1.
Torino non va soggetta a gagliardi terremoti; bensì a flagello più terribile, perchè più frequente, la grandine. Nè rari sono gli anni in cui essa stritola le biade de’ campi, diserta gli orti de’ suoi dintorni, e spezza nella città i vetri delle finestre volte a tramontana. La grossezza di quest’acqua congelata nell’aria, e la foltezza e la violenza giungono talvolta al segno, che gli alti e poderosi fusti del grano turco, nella sua piena maturità, vengono abbattuti o rotti, e quelli che rimangono in piedi più non rendono immagine che di aridi stecchi.
V. — IL PO, LA DORA E LE ACQUE DI TORINO.
Il Po.— Il Po, re dei fiumi, arteria vivificante dell’Italia settentrionale, detto anticamente Bodinco dai liguri, Padus dai romani, Eridano dai greci, nasce dalla falda settentrionale dell’acuto balzo maggiore del Monviso, in uno stretto ripiano detto del Re, nel comune di Crissolo, all’altezza di 1951 metri sopra il livello del mare; scende con rapido corso giù dai monti, bagna le principali terre del Piemonte, finchè giunto nelle vicinanze di Pavia vi accoglie il Ticino, e fattosi ognora più ricco di acque, prendendo il dominio degli italici fiumi, prosegue (sempre o quasi sempre sotto il parallelo 45° settentrionale), per lo spazio di circa 300 miglia geografiche, il maestoso suo corso e va a finire nell’Adriatico.
Il Po è sempre navigabile da Villafranca di Piemonte in poi, e a’ tempi in cui più ne abbondan le acque, la navigazione risale sino a Cardè ed anche sino a Staffarda.
L’altezza del Po sul livello del mare al ponte di pietra in Torino è
- ↑ Osservazioni del cav. Bernardino Bertini.