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BREVE INFORMAZIONE STORICA 19
Vittorio Amedeo, con lettera da Villastellone del 30 agosto, faceva sapere al conte di Daun che fra tre o quattro giorni gli sarebbe venuto in soccorso, e lo avvertiva di tener gli occhi sulla collina di Superga, ove alla vigilia della sua marcia avrebbe acceso dei fuochi d’avviso. Alcune sere prima furono di fatto veduti dei fuochi su quell’altura; ma interrogati alcuni disertori francesi, assicuravano che erano i fuochi di alcuni montanari di Catalogna, che i nemici avean condotto seco, e accampavano su quelle colline. Del resto nella notte dal 3 al 4 settembre si alzò veramente sulla vetta di Superga un fuoco di avviso. Era il segnale che il Duca dava alla città, segnale d’imminente soccorso. Da quella sommità infatti i due principi di Savoia, condottisi con numeroso seguito di ufficiali preceduti da un distaccamento, fatto avanzar sino a Chieri, videro la valorosa ma stremata Torino, esaminarono la posizione del campo assediante, e, scoperta la sinuosità e il prolungamento delle linee nemiche, specialmente fra la Dora e la Stura, è fama che fermassero il modo di sbaragliarle.
Frattanto a festeggiare l’arrivo del duca d’Orleans diedero i francesi il quarto attacco generale alla cittadella, che nel principio parve favorevole agli assalitori e finì con grave lor danno.
Dovendo Filippo disporsi alla battaglia che gli presentavano i due principi di Savoia, raunò consiglio sotto ad un albero presso Altessano, in cui cedette, contro il proprio parere, al voto del La Feuillade e del maresciallo Marsin (il cui giudicio doveva preponderare in caso di dissidio per comando del re), i quali vennero in decisione di dover ritirare tutto l’esercito nelle linee e di ricever battaglia dentro di quelle, aspettando di piè fermo l’assalto.
Vittorio Amedeo e il principe Eugenio presero campo alla Venaria, il dì 6 settembre, appoggiando la destra alla Dora, la sinistra alla Serronda. Guadagnata la pianura della Madonna di Campagna, giunsero ad Altessano, e mentre l’esercito alleato si disponeva a battaglia, i due principi scorrevan le linee dalla Dora alla Stura per esaminare la posizione dell’inimico.
I francesi, messe lor genti lungo le trincee, cominciarono a scambiare de’ colpi di cannone co’ nostri, i quali poi, addì 7 settembre, vigilia della Natività della Vergine, diedero incominciamento all’attacco, che fu vivissimo. Più volte i nostri furono respinti; e già la sorte era dubbiosa, quando il duca di Savoia, osservato che dalla parte della Stura (così il Denina) c’era un vuoto che il duca d’Orleans non aveva potuto riempire, investì il nemico da quella parte, entrando nelle linee e occupando un posto importantissimo. Aperto un varco alla cavalleria, con molta perdita di gente, entrarono dopo di lui gli altri generali e furiosamente combat-