Pagina:Torino e suoi dintorni.djvu/312

rmvToasi rvi tomno 285

La R Accademia (I) occupa il vasto fabbricato attiguo alla chiesa , « serve di abitazione ai componenti quell’ ecclesiastico istituto. Rac- .—chiude un insieme da circa tiOO piedi di lunghezza sopra 500 di lar- Rghezza, e forma un paralellogrammo regolare e simmetrico in tutte le Qua parti. Questo fabbricato è con somma abilità congiunto al tempio.

Il giorno otto di settembre, anniversario della vigilia della liberazione di Torino, ha luogo ogni anno una festa sulla sommità di Superga. Le tombe reali s’aprono alle preci del popolo accorrente in gran nu- mero dalla capitale e dalle terre vicine. V’ interviene di solito il re e la real corte. Alla sera s’illumina la cupola della Basilica. In tale giornata solenne Superga si mostra nel suo migliore aspetto. Lo spia- nato che s’apre dinanzi al tempio è gremito di gente ; la quale, forniti i divini nfficii, si divide in piccoli gruppi, e sul verde tappeto inco- minciano i desinari e i gioviali convegni, che si presentano all’occhio de’riguardanti nella maniera la più pittoresca in virtù della ridente postura, del cielo azzurro che si stende di sopra, del sole autunnale che manda gli ultimi raggi a vestire di luce malinconica l’imponente edificio e tutta quella scena d’incanto.

r II contadino che abita la collina di Superga à spettatore, in taluna I delle lunghe giornate di primavera, d’un fenomeno curioso.^Dalla som- mità della croce, che sovrasta il tempio, vede uscire una colonna di •fumo che continua talvolta per la durata di mezz’ora^ Vogliono alcuni che sia il fumo eh’ esco dalle fornaci sottostanti , il quale, diretto dal vento di levante verso Superga, resta attratto dal cupolino, e, conden- sato sulla sommità della croce, si ronde visibile nel diffondersi pei l’aria. [Questo fenomeno naturalissimo vien ritenuto, dalla credulità del volgo, effetto di qualche causa misteriosa e sovrumana.

MlllOWA DEL PAONIL

Nel Ifi44 vedevasi sulla riva destra del Po , lungo la collina al «tord-est di Torino, alla distanza di un miglio, un mulino chiamato calene, presso il quale rizzavasi un pilone o tabernacolo su cui er« dipinta la Vergine Annunziala dall’angelo. — Una pia tradizione Ditrra come miracolosamente salvata una fanciulla caduta nelle acque

’"mirala, «doma th » • ineisi’MI ’» nw. Vtworif di OCUUI I.MO Sn.l Torino, Casini Pomi» e Con»)). «Iilori, 1850. Un voi. di -.Vi pi’ :im-,

(!) iceaJenua Istituita ila Cirio Alberto io luogo dell’antica Conjreiyi’ion». di-

  • Uu ai ptrfexionamcnto degli studi ecclesiastici-