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pittoresca di margine, da cui scorgousi, come in rilievo, da IudW le torri e i pinacoli di Torino.

Abbiamo dalle cronache come la collina di Torino nel secolo XJV l’osse deserta. Pochi casolari sorgevano qua o là. Soltanto nel circa cominciarono ad abbondare le ville , lo quali ora sono cosi fre- quenti che si confondono e connettono quasi in molle parti co’ Ioni giardini. Si puf» diro che la capitale continui per buon tratto in col- lina , tanto è quest’ ultima seminata di palazzi e di palazzine, di case e di casucce, che accolgono nell’autunno una grandissima emi- grazione di torinesi, i quali si versano tutti nella campagna,lasciando deserta la città , specialmente nei giorni festivi.

Oltre Superga, poche sono le memorie storiche che incontransi qua e là sulla collina di Torino. Resta appena una delle (erri erette ai tempi delle contese con la vicina Chieri ; dopo di che diventò sog- giorno di pace, di rado sturbata , se non dalle fucilate dei caccia- tori o dalle canzoni dei campagmioli.

Degna di tutta l’attenzione del geologo o del naturalista è la col- lina di Torino. Situata a breve distanza dallo Alpi, trovansi in essa le impronte di quegli sconvolgimenti che, in forza di cause maggiori, avvennero sulla faccia della terra. Qua e là rinvengonsi traccie di esseri che vissero in tempi anteriori a quelle remotissime catastrofi, j cui analoghi vivono nei mari equatoriali. Questi fossili li trovi di preferenza nei banchi ghiaiosi, donde difficilmente si estraggono senza rompersi. Dna bella e ricca collezione di essi osiste nel museo mineralogico di Torino, dove si conservano pure il teschio del cervo d’Irlanda e i dne altri di Uro, provenienti dalla sottostante pianura.

Il suolo in cui sorge Torino ò un terreno allindale, composto , come appare nello scavamento dei pozzi e lungo l’alveo del l’o, di vari strati alternati fra loro di sabbia, di ghiaia c di sottili falde di sostanza quasi argillosa. Nella collina poi, le moli dei massi sepolti attestano quanta fosse l’energia delle grandi correnti che colà li tra- scinarono, togliendoli al primitivo lor sito.

Varie sono le opinioni sulla origine del terreno allunale antico. Ciò che da noi si attribuisce alle acque, viene oggidì da molti geo- logi creduta opera de’ghiacciai chc avrebbero nel lor sistema coperta pressoché tutta la superficie terrestre, durante lo spazio trascorso tri le ultime catastrofi e l’èra presente. Secondo allri invece vien rite- nuto che il trasporto dei massi dispersi sia opera del cataclisma istan- taneo succeduto pel sollevamento della catena principale delle Alpi-