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vano liberato nella propria officina, lo impieghi nella coltura del proprio podere, lo collochi allo stesso uopo presso altre persone di cui già

  • ia nota la moralità e l’industria, lo sovvenga insomma di lavoro e di

assistenza, pigliando cura della sua condotta e del suo avvenire. Inoltre la qualità e l’ufficio di socio pagante e di socio operante possono essere riuniti, ed esercitarsi a vicenda, e in modo separato.

1 soscrittori di questa Società possono essere soci perpetui, pagautlo una sol volta lire cento; per essere soci annuali basta corrispondere lire 13 ogni anno.

L’importare delle retribuzioni pagate dai soci impiegasi nel dare in danaro od in materia da lavoro sussidii ai liberati per avviarli senza indugio all’ onesto ed utile impiego del loro tempo e delle loro forze ; nel collocarli nell’ intraprendere qualche arte o mestiere; nel procurare ad essi il compimento dell’istruzione industriale di cui possano ancora aver bisogno; nel somministrar loro i fondi necessari per poterne as- sumere stabilmente e con successo l’esercizio; nel soccorrerli in caso di malattia; nell’incoraggiarli con qualche premio a perseverare nella buona condotta. La durata del patrocinio viene fissata a tre anni dal giorno in cui il giovine esce dalla casa correzionale.

La Società è posta sotto la protezione di S. M., ed è diretta da un Consiglio d’amministrazione composto di un presidente, di due vice- presidenti, di un segretario generale, di un tesoriere e di nove con- siglieri. Il ministro dell’interno è il presidente nato della Società.

Opera pia del Rifugio ( Via Coltotengo). — Eretta sotto la sovrana protezione nell’anno 1822, serve di ricovero volontario e gratuito a quelle donne che, scontata la pena dei loro falli, o ferme di lasciar la strada del vizio, danno prove di un vero pentimento e dimostrano la risoluzione di perseverare nel bene.

Questa pia casa contiene circa 200 persone; racchiude femmine o fanciulle penitenti che vengono ammaestrate nell’ esercizio delle virtù cristiane e nei lavori del loro sesso, sotto il governo delle suore dell’ istituto di S. Giuseppe. Essa va debitrice del suo primo stabi- limento alla sovrana munificenza, col concorso della generosa e cari- tevole marchesa Fallelti di Barolo, benefattrice di quest’opera , dalla quale vi vennero successivamente fatti notevoli ingrandimenti.

IL — CIRCUII.

Cinque sono le carceri esistenti in Torino, cioè : Le carceri del magistrato d’ appello , che fanno parte del palazzo