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98 ordini cavallereschi

M. V., e per questa considerazione XV pure erano in origine i cavalieri. Anche la divisa di questo Ordine indicava, come indica tuttora il numero de’gaudi, cioè una catena d’oro formata di XV nodi a guisa di 15 lacci d’amore, intrecciati colle quattro lettere F.E.R.T. il cui significato supponsi che sia il seguente: Fortitudo ejus Rhodum tenuit, per alludere alla valorosa difesa di Rodi fatta nel 1315 da Amedeo V, detto il Grande, avolo del fondatore Amedeo VI1.

I più antichi statuti che ne siano rimasti sono del duca Amedeo VIII. In origine quest’Ordine figurava sotto il titolo di Ordine della Collana; fu Carlo III, che nell’anno 1510, promulgò altri statuti e vi diede il nome dell’Annunziata, avendo aggiunto in fondo della collana XV rose d’oro smaltate alcune di rosso ed altre di bianco, un bordo di due spine d’oro e l’immagine dell’Annunziata in un cerchio composto di tre cordigli.

Prescrivevano i primi statuti, che ogni cavaliere dovesse donare alla chiesa di Pierre-Châtel, fondata dallo stesso conte Amedeo VI, un calice e tutti gli ornamenti sacerdotali per celebrare la messa. Ognuno di essi dovea pure alla morte lasciare, per mantenimento della stessa chiesa, 100 fiorini, che si consegnavano al principe, capo e sovrano dell’Ordine, ed ordinare ai suoi eredi di far celebrare 100 messe pel riposo dell’anima sua, e di lasciare i loro ornamenti per elemosina ai Certosini. In Pierre-Châtel si tenne la prima assemblea, sino all’epoca in cui il Capitolo dell’Ordine fu trasferito dal duca Carlo Emanuele nella chiesa di S. Domenico in Montmeillan; quindi, nel 1627, nel romitaggio dei Camaldolesi sui colli di Torino, fatti doviziosi dal duca Carlo Emanuele. Ora il monastero dei Camaldolesi non è più, e i cavalieri dell’Ordine supremo possono aver sepoltura nella R. Certosa di Collegno. A tenore degli statuti di Carlo III, riordinati da Emanuel FiUberto nel 1577, i cavalieri sono venti, oltre a cinque uffiziali dell’Ordine, che sono il cancelliere, il segretario, il mastro di cerimonie, il tesoriere ed il re d’armi o araldo. Nel numero dei venti però non dee comprendersi nè il Sovrano, capo dell’Ordine, nè il figliuol suo primogenito. Per gli stranieri il numero è indeterminato.

Ordine militare de’Santi Maurizio e Lazzaro (Regia segreteria ed uffìzi del gran Magistero, piazza Emanuele Fili-

  1. È pure opinione di qualche scrittore, che a questa cotanto sublime instituzione abbia fornito occasione il dono di un braccialetto fatto al conte da una dama che lo aveva tessuto dei propri capelli (V. Dizionario storico degli Ordini religiosi e Militari).