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piazze 87

bronzo, la statua equestre di Emanuele Filiberto, dello stesso metallo. Questo monumento del Marocchetti, originario piemontese, ha fama europea. Il gran capitano, nell’atto di rientrare nella capitale, raffrena il focoso destriero con una mano, e con l’altra ricaccia nel fodero la vincitrice sua spada. La foga del cavallo arrestato in un punto da quella man poderosa non è scolpita ma vera; e lo scultore, dipartendosi dall’antico, seppe trovare una novità fortunata in argomento assai trito e tante volte riprodotto.

L’iscrizione dal lato settentrionale rammenta il primo ingresso di Emanuele Filiberto nella sua città capitale. Quella dal lato di mezzogiorno suona così:

EMMANUELI PHILIBERTO
CAROLI III F
ALLOBROGUM DUCI
REX CAROLUS ALBERTUS
PRIMUS NEPOTUM
ATAVO FORTISSIMO
VINDICI ET STATORI
GENTIS SUAE
A. MDCCCXXXVIII


De’ due bassorilievi, quello a ponente rappresenta la battaglia di S. Quintino, vinta da Emanuele Filiberto; quello a levante, il trattato di Cateau-Cambrésis, pel quale il Duca ricuperò i suoi Stati.

Il monumento è alto in tutto metri 8 62
cioè basamento » 0 87
piedestallo » 3 35
colosso » 4 40

Piazza Castello — In principio del secolo XV angusto era lo spazio che rimaneva innanzi al Castello; s’andò allargando più tardi, finchè ne’primi anni del secolo XVII la piazza era terminata a levante dalle gallerie del Castello e dal muro della città, che trovavasi verso la sua metà tra l’una e l’altra torre: a mezzodì era chiusa da un lungo isolato. Cominciò Carlo Emanuele I ad aggiungere dieci isolati al meriggio sulla linea della chiesa di S. Carlo, e per dare diretta comunicazione dal suo palazzo alla città nuova, aprì la via che si chiamò Via Nuova(1615). Qualche anno dopo (1619) aperse un’altra strada che dal palazzo di città sboccasse in faccia alla galleria del castello (Via de’Panierai). Quando poi Maria Cristina e Carlo Emanuele II ebbero il vasto concetto di comprendere il borgo di Po nella città, allora si