quest’Opera, alla sfuggita però, le cose più rare che nel nostro bel paese s’incontrano, e le acque minerali e potabili che vi sono, gli stabilimenti di beneficenza pubblica, varii Santuarii, le Accademie, le prime Biblioteche, v’indico pure il numero degli abitanti, il quale come ognuno sà, è più copioso mai sempre ove l’incivilimento giunge ad alto grado; s’egli è vero, che questo consiste in una certa perfezione di Leggi, e di costumi, che tende a favorire la coltura delle arti utili, il commercio, l’industria e tutte le scienze. Nè intralascio qualche nozione, a salto, sulla Maestra della vita (la Storia), che tesoro d’esperienza, cotanto ci educa, affine altri s’invoglino a seguire le gesta dei nostri virtuosi antenati, e s’infiammino d’amore della terra natìa, detestando le azioni di alcuni, i quali lasciarono di essi esecrazione soltanto. E siccome ben grande è l’influenza dei Venti nel produrre le infermità diverse, anderemo almen di volo considerando la Metereologia di alquanti paesi, la di loro latitudine e longitudine, in modo che alla perfine ben ci persuaderemo che gli atmosferici istantanei sbilanci, e la incostanza del clima, e della temperatura, dan luogo allo sviluppo di certune periodiche e reumatiche affezioni e ad altri malanni diversi, erroneamente attribuiti alla sola così detta dal volgo aria cattiva o malsana. Di Orografia, cioè dei monti ti parlerò pure assai breve; imperciocchè inutil sarìa a te ripetere essere la più alta europea montagna il monte Bianco nelle Alpi pennine tra il Piemonte e la Savoja 14800 piedi di sovra il livello del mare, tutto recinto di eterne ghiacciaje; Dawalagiri in Asia nel Tibet 24769 piedi elevato, il più alto della Terra; e che S. Bernardo in Piemonte, cui innalzasi pure piedi 7700 è la più alta abitazione d’Europa. Piuttosto man mano che vedremo i paesi diversi, ascenderem noi allora nei prossimi Appennini, la cui linea è di circa 600 miglia, e tale ci comporteremo sulla Potomografia, o parlando delle valli, fiumi, paludi, e laghi. Nè dei paesi diversi scorderò il più delle volte quale siasi l’orizzonte; quella linea fin dove giunge la vista, e ove la terra par che confini col cielo; poichè angusto è in alcuni luoghi, e melanconico; amplo, meraviglioso altrove, e sì che anche per egli pien di luce piovendo nell’anima i più puri torrenti di vita, vien’essa trasportata a contemplare estatica dei numeri eterni la soave armonia. Ti dirò in ultimo quali siano le abitudini di alcuni popolani, la sobrietà loro, la nettezza, e tutt’altro che direttamente riguarda la pubblica incolumità, e la fama non peritura di chi più d’altri seppe non meno segnalarsi in scienze, lettere, ed arti. Nè dimentico ancora i più piccoli