Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/92

80 libro ii.

cose, che tacere era bello; e quelle tralascia, che più gli metterebbe conto di fare. nota quello che altri è obbligato di fare; e quello ch’egli è tenuto, trascura. Sii prima zelante di te medesimo, e allora potrai giustamente essere del tuo prossimo.

2. Tu sai ottimamente scusare i fatti tuoi e colorarli, e alle scuse degli altri non vuoi dar luogo. Tu faresti più ragione ad accusar te medesimo, e il tuo fratello scolpare. Se tu ami d’esser portato, e tu porta gli altri. Or vedi quanto sei ancora di lungi dalla vera carità ed umiltà; la quale con veruno non sa crucciarsi o sdegnarsi, se non solamente con sè. Non è gran cosa l’usare co’ buoni, e co’ mansueti (che questo piace a tutti naturalmente; e ciascheduno volentieri sta in pace, e più ama coloro che sentono come lui); ma con le persone aspre e diverse, o indisciplinate, o con chi ci è contrario saper vivere in pace; è virtù grande, ed opera degna d’altissima commendazione, e magnanima.

3. Ci son di quelli, che se medesimi tengono in pace, e l’hanno pure