Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/69


capo xxiii. 57


3. Quando sia il mattino, fa ragione di non dover venire alla sera. fatta poi sera, non osar di prometterti la mattina. Sta dunque preparato mai sempre, e vivi per forma, che la morte non ti colga mai sprovveduto. Molti di subito e impensatamente si muoiono. imperciocchè a quell’ora ch’altri non pensa, è per venire il Figliuolo dell’uomo. Come sia venuta quell’ultim’ora, tu comincierai a giudicar molto altramenti di tutta la tua preterita vita, e ti dorrà forte d’essere stato sì negligente e rimesso.

4. Quanto felice ed avveduto è colui, che tale adesso si studia d’essere in vita, quale desidera esser trovato alla morte! Conciossiachè grande fidanza di lieta morte ne darà l’intero disprezzo del mondo, lo studio fervente di crescere nelle virtù, l’amore della disciplina, il disagio della penitenza, la prontezza dell’obbedire, il rinnegamento di se medesimo, e la tolleranza di qualsivoglia travaglio per l’amore di Cristo. Molto di bene puoi adoperare mentre sei sano; ma ammalato, non so che cosa potrai. Pochi migliorano di malattia;