Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
56 | libro i. |
breve ti fuggirà della mente. Oh! insensataggine, e durezza del cuore umano; che solo pensa alle cose presenti, e non si provvede anzi per le avvenire. Così tu dovresti in ogni tuo atto e pensiere portarti, come se oggi dovessi morire. Se tu avessi buona coscienza, non temeresti troppo la morte. Egli è meglio guardarsi da’ peccati, che fuggir dalla morte. Se oggi tu non se’ acconcio, dimani come sarai? il giorno di domani è incerto; e che sai tu se l’avrai?
2. Qual pro ci fa di vivere lungamente, se ci emendiamo sì poco? Ah! che la vita lunga non sempre emenda, anzi le più volte aggiugne alle colpe. Volesse pur Dio, che pure un sol dì fossimo bene vivuti nel mondo! Parecchi contano gli anni della lor conversione; ma spesse fiate è piccolo il frutto dell’emendazione. Se paurosa cosa è il morire, egli è forse di più pericolo il vivere lungamente. Beato chi tiene ad ogni momento dinanzi agli occhi l’ora della sua morte, ed ogni dì s’apparecchia a morire. Se alcuna volta vedesti morir persona, pensa che [e]Fonte/commento: 1815b tu farai il medesimo passo.