Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/43


capo xv. 31

cangiarla, perchè in quel caso l’opera buona non è perduta, anzi in meglio permutata. Senza la carità l’opera esteriore non giova a nulla; laddove tutto ciò che è fatto per carità, per quantunque picciolo e vile, riesce a frutto. Conciossiachè Dio riguarda più con quanto amore altri opera, che non fa all’opera stessa.

2. Assai fa chi ama assai: assai fa chi fa bene: e fa bene colui, che serve anzi al comune, che al suo piacere. Parecchie volte mostra essere carità ciò, che è anzi carnalità: perciocchè l’inclinazion naturale, il proprio talento, la speranza della mercede, e l’amore delle comodità raro è che vogliano tenersi lungi.

3. Quegli che ha vera e perfetta carità, in nessun atto procaccia per sè; ma questo desidera senza più, che d’ogni cosa ridondi gloria al Signore. A nessuno anche invidia, non amando egli alcun privato piacere, nè volendo godere in se stesso, ma sì in Dio sopra ogni bene bramando d’esser fatto felice. Nè imputa alcun bene a persona, ma a Dio tutti li riferisce, dal quale fontalmente derivano tutte le cose, nel quale sicco-