Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/349


capo xvii. 337

zione, io ti offero non pertanto tutto l’affetto, quant’è, del mio cuore; come se io tutti quegli accesi desiderj oltremodo a te grati m’avessi io solo. Ma pur tutto quello, che una pia mente potesse concepir mai o desiderare, tutto con altissima venerazione, e con la più cordial volontà, a te porgo, e offerisco. Io non vo’ niente riserbare per me; ma e me ed ogni mia cosa spontaneamente, e di tutto buon grado sacrificarti. Signore Iddio mio, Creator mio, e mio Redentore, con quello affetto ed ossequio, laude ed onore, con la medesima gratitudine, disposizione ed amore, con quella fede, speranza e mondezza trangoscio oggi io di riceverti, che la santissima Madre tua, Vergine gloriosa Maria ti desiderò, e ricevette allora che all’Angelo, il quale la lieta nuova recavale del mistero della Incarnazione, umilmente, e divotamente rispose: Eccomi Ancella del Signore: siami fatto secondo le tue parole.

3. E siccome il santo tuo precursore, maggiore di tutti i Santi, Giovanni Batista, pieno di giubilo alla tua presenza esultò in gaudio di Spi-