Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/339


capo xiii. 339

Ah! Signore Dio mio, quando sarò io tutto unito a te, e in te assorto, e di me stesso affatto dimentico? Fa che tu sii in me, ed io in te, e che perseveriamo ad essere insieme una cosa.

2. Or tu sei veramente, Diletto mio, eletto infra mille, nel quale si diletta di stare l’anima mia tutti i giorni della sua vita. Tu veramente sei il mio pacificatore, nel quale è somma pace e vero riposo, e fuor di te travaglio, e dolore, e miseria infinita. Veramente tu se’ un Dio nascosto, che non t’intendi co’ peccatori, ma sì agli umili e a’ semplici usi di favellare. Oh! come il tuo spirito è soave, o Signore; il quale a dimostrare quanto sei dolce co’ tuoi figliuoli, con pane saporitissimo disceso dal cielo, degni di ristorarli. In verità non ci ha al mondo nazione sì grande, la quale i suoi Dei abbia cotanto vicini, come a tutti i tuoi fedeli sei tu, o Dio nostro; a’ quali, per ristorargli ogni giorno, e sollevare in cielo il lor cuore, dai te stesso a mangiare e a gustare.

3. Conciossiachè qual è altra gente così gloriosa, com’è il popol Cristia-