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320 | libro iv. |
corpo tuo in singolar rimedio, e rifugio.
4. Imperciocchè due cose io mi sento oltremodo necessarie in questa miserabile vita, senza le quali io la mi proverei intollerabile. Ritenuto nel carcere di questo corpo, di due cose confessomi aver bisogno; ciò sono, il cibo, e la luce. Tu hai pertanto a me infermo dato la sacra tua carne in refezion di mente e di corpo; e la tua parola hai posto come lucerna a’ miei passi. Senza ambedue queste cose, io non potrei già viver mai bene: conciossiachè la parola di Dio è luce all’anima mia; e il tuo Sacramento, pane di vita. Queste potrebbono anche appellarsi due mense, quinci e quindi nel tesoro della santa Chiesa locate: l’una è il sacro altare, dove messo è il pane santo, cioè il prezioso corpo di Cristo: l’altra la legge divina, la qual contiene la santa dottrina, ammaestra altrui nella fede verace, e scorge sicuramente fin dentro dalle cortine, dov’è il Sancta Sanctorum. Grazie a te sieno, Signor mio Gesù, lume d’eterna luce, per la mensa della sacra dottrina, la quale per gli Profeti, ed