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capo xi. 21

ria, ed al quotidiano avanzamento ne accendiamo: ed è per questo, che ci rimanghiamo tiepidi e freddi.

3. Se noi fossimo del tutto morti a noi stessi, e niente di dentro invescati, potremmo allora sentir gusto eziandio delle cose divine, e qualche saggio provare della celeste contemplazione. Totale e massimo impedimento ci è, che noi non siamo franchi delle nostre passioni e cupidità, e non ci sforziamo d’entrare alla via perfetta de’ Santi, e quando pure leggier sinistro c’incontra, troppo presto cadiamo d’animo, e ci rivolgiamo alle consolazioni degli uomini.

4. Se noi da uomini prodi contendessimo di durarla nella battaglia, sì certo sopra di noi vedremmo l’ajuto del Signore dal cielo. Imperciocchè egli è presto d’ajutar chi combatte, e chi nella sua grazia si fida: egli che ne porge occasioni di pugna, per darne vittoria. Se noi pognamo il profitto della religione in queste osservanze esteriori soltanto, la nostra divozione sarà in breve finita. Mettiamo però la scure alla radice, sicchè ripurgati dalle passioni, la nostra mente tegnamo in pace.