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CAPO XI.


Che il corpo di Cristo, e la sacra Scrittura sono

grandissimamente necessari all’anima fedele.


PAROLE DEL DISCEPOLO.


1. Dolcissimo Signore Gesù, quanto dolce è il piacere dell’anima divota, che sta teco mangiando nel tuo convito! dove a mangiar non le è porto altro cibo, se non tu unico amato suo, a lei sopra tutto ciò che il suo cuore desideri, desiderabile. Or a me sarebbe pur dolce se io potessi nella presenza tua per intimo affetto gettar lagrime, e come la pia Maddalena, lavar con esse i tuoi piedi. Ma dove è ella cotal divozione? dove il copioso sovrabbondar delle lagrime sante? Ma certo nel cospetto di te, e de’ santi Angeli tuoi dovrebbe il mio cuor divampare, e piangere di dolcezza: essendo che io t’ho in verità presente nel Sacramento, quantunque sotto strana apparenza celato.