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314 | libro iv. |
4. Qual pro fa d’indugiare più avanti la confessione, e ad altro tempo differire la santissima comunione? Sii tu de’ primi a ben ripurgarti; sputa fuori tosto il veleno, t’affretta di prender la medicina; e sì ti sentirai star meglio, che se tu avessi aspettato più tempo. Se oggi ti rimani di comunicarti per alcuna cagione, forse ne sopravverrà domani un’altra maggiore, e così tu petresti esserne assai tempo impedito, e più inetto ne diverresti. Fa che ti scuota di dosso, il più presto che puoi, la presente gravezza e infingardaggine: conciossiachè nessun giovamento ti faccia lo star più in ansietà, e seguir tuttavia a vivere in turbamento, e per li quotidiani impedimenti tenerti lontano da’ divini misteri. Anzi egli è danno gravissimo, il ritardar lungo tempo la comunione; imperciocchè ciò fu usato di indurre altrui in grave torpore. Ahi duolo! Parecchi tepidi o dissoluti, colgono volontieri cagion d’indugio a confessarsi; e per questo amano di prolungare la sacra comunione, ch’eglino non si sentano obbligati di stare in guardia più sollecita sopra se stessi.