Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/322

310 libro iv.

zioso tuo sangue. Ecco, ch’io m’abbandono alla tua misericordia, e alle tue mani commetto me stesso. Usa con me secondo la tua bontà, e non secondo la mia malizia e iniquità.

4. Io t’offero ancora ogni mio bene, quantunque e’ sieno pochi, e difettosi; acciocchè tu gli emendi e santifichi, ed abbiagli grati, e tu tegli renda accettevoli, e sempre a meglio li meni; e appresso a ciò, me vile e disutile vermicciuolo a beato e laudevol fine conduca.

5. T’offerisco anche tutti i pii desiderj delle persone divote, i bisogni de’ miei parenti, degli amici, de’ fratelli, delle sorelle, e di tutti coloro che io ho cari, e di quelli che o a me, o ad altri per tuo amore hanno fatto alcun bene; e di que’ che per sè, e per tutti i suoi desiderarono, e chiesero ch’io dovessi dir Messe, e far orazioni; o eglino ci vivano ancora nel corpo, o di questo secolo sieno passati; acciocchè essi tutti si sentano porgere l’ajuto della tua grazia, il favore della tua consolazione, la protezion da’ pericoli, la liberazion dalle pene; e che campati fuor d’ogni male, lieti del benefizio, infinite grazie ti rendano.