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304 | libro iv. |
2. Piangi, e ti duoli, che tu sei ancora così carnale e mondano, tanto immortificato delle passioni; così solleticato dagli stimoli della concupiscenza; così mal guardato de’ sensi esteriori; così spesso impacciato in molte vane immaginazioni; cotanto inchinevole alle cose di fuori, in quelle dell’anima sì trascurato; così leggére al riso ed al dissipamento, al pianto ed alla compunzione sì duro; alle agiatezze sì pronto, ed alle comodità della carne, all’austerità, ed al fervor così lento; così vago d’udir novelle, e di ciò che è bello a vedere; così malagevole agli uffici bassi ed abbietti; così cupido d’aver molte cose, nel darne sì avaro; in ritener sì tenace; tanto inconsiderato nelle parole; del silenzio così intollerante; così scostumato ne’ reggimenti, negli atti così affannoso, nel mangiare sì stemperato, così sordo alla parola di Dio; al riposo così veloce, alla fatica sì tardo; così vegghiante alle favole, alle sacre vigilie sì sonnacchioso; così sollecito del finire, nell’attendere così svagato; al debito dell’offizio sì negligente; così tiepido in celebrare, così arido nel comunicar-