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capo ii. 289

che a me tu ti abbassi, il quale pur non son degno di levar gli occhi a te. ecco, tu vieni a me, e meco vuoi stare; tu al tuo banchetto m’inviti, tu vuomi dare celeste cibo, e ’l pane degli Angeli a mangiare; non altro in verità che te stesso, pane vivo, che sei disceso di cielo per dare al mondo la vita.

4. Ecco l’amore fin dove arriva! vedi grazia di degnazione! Oh quanto grande ringraziamento, e laude si dee a te per tal dono! oh come salutarmente, e utilmente hai tu provveduto in questa tua ordinazione! Quanto dolce e giocondo convito, dove tu stesso ti porgi in cibo! Oh maraviglia che tu hai fatto, o signore! Quanto è potente la tua virtù! quanto la tua verità inesplicabile! conciossiachè tu hai detto, e tutte le cose furono fatte; e ciò che fu fatto, è pur quello che tu ordinasti.

5. Mirabil cosa! degno argomento di fede, e all’umano intendere superiore; che tu, Signore Iddio mio, vero Dio ed Uomo, sotto piccola spezie di pane e di vino stai tutt’intero; nè perchè altri ti mangi, non però ti consuma. Tu di tutte quante le

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