Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
279 |
CAPO I.
Con quanta riverenza si debba ricevere Cristo.
PAROLE DEL DISCEPOLO.
1. Queste sono parole tue, o Cristo Verità eterna, quantunque non dette ad un tempo, nè scritte in uno stesso luogo. Però adunque che sono tue, e sono veraci, pertanto debbono esser tutte da me con fede, e con grato animo ricevute. Elle son tue, che tu le hai pronunziate; ed elle sono altresì mie, che a mia salute le proferisti. Di buon grado adunque io le ricevo dalla tua bocca, acciocchè più saldamente s’imprimano nel cuor mio. Mi allettano parole di tanta pietà, di dolcezza piene e d’amore; ma i peccati miei mi sgomentano, e dal ricevere così grandi misteri ritirami la impura coscienza. la dolcezza delle tue parole mi provoca; ma le troppe mie colpe mi si aggravano addosso.
2. Tu mi comandi, ch’io fidatamente m’accosti a te, s’io voglio te-