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CAPO IX.


Dell’obbedienza, e della soggezione.


1. Egli è assai gran bene lo starsi a obbedienza, il viver soggetto ad un superiore, e non esser libero di sè. Egli è più sicuro lo stare in soggezione, che in prefettura. Molti sono sotto obbedienza più per forza, che per amore: questi vivono in pena, e di leggeri ne mormorano. Ora costoro la libertà dello spirito non acquisteranno giammai, se per l’amore di Dio non si rendano altrui di tutto cuore soggetti. Corri qua, o là, non ti verrà mai trovato riposo, salvochè nell’umile soggezione al governo di un capo. Il fingersi luoghi migliori, e il cambiare ne ha tratto molti in inganno.

2. Vero è che ciascheduno volentieri seguita il proprio talento, e pende più verso coloro, i quali la sentono come lui; ma se tra di noi è Dio, bisogna che noi ci dipartiamo alcuna volta per lo ben della pace dal nostro sentire. Chi è così dotto, che

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