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254 | libro iii. |
4. La Natura s’affatica per lo suo proprio vantaggio; e al vantaggio, che da alcun le potesse venire, riguarda. La Grazia all’opposto non pone mente a quello che sia utile, e comodo a sè, ma sì che a molti sia profittevole.
5. La Natura riceve di buon grado riverenza ed onore; là dove la Grazia ogni onore e ogni gloria fedelmente a Dio riferisce.
6. La Natura teme la vergogna e ’l disprezzo; e la Grazia pel nome di Gesù gode di sostener contumelia.
7. La Natura ama l’ozio e il riposo del corpo; ma per contrario la Grazia non sa stare sfaccendata; anzi imprende la fatica di buona voglia.
8. La Natura è vaga di cose artifiziate e vistose, e abborre le rozze e le vili. La Grazia però dilettasi delle semplici e basse, non ha a schifo le aspre, nè rifugge di portar robe vecchie
9. La Natura alle temporali cose riguarda, gode ne’ guadagni terreni, del danno s’attrista, e monta in ira per picciola parola d’ingiuria. Ma la Grazia sta fisa alle cose eterne, nè alle passeggiere s’attacca, nè nella