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252 | libro iii. |
te stesso, e ad ogni privato bene e terreno. Da questo vizio, che l’uomo ama stemperatamente se stesso, trae l’origine tutto ciò, che egli dee strappare dalle radici: vinto il qual male e distrutto, seguirà immantenente somma pace e tranquillità. Ma però che pochi s’ingegnano di morire perfettamente a sè, nè uscire affatto di se medesimi, pertanto si rimangono in se medesimi avviluppati, nè sopra di sè in ispirito ponno levarsi. Ma chiunque vuole liberamente camminare con me, bisogna che mortifichi tutte le ree e disordinate sue affezioni, nè per amore privato si fermi con desideroso diletto in nessuna cosa creata.
CAPO LIV.
De’ diversi movimenti della Natura, e della Grazia.
1. Figliuolo, considera minutamente i moti della natura, e que’ della Grazia, però che essi vanno assai fra loro contrari, e procedono sottilmente; ed appena se non da