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capo xliii. | 233 |
reame, il quale ab eterno hai preparato a’ tuoi cari? Io sono lasciato qui povero ed esule in paese nemico, dove è guerra, e gravissimi mali ogni giorno.
4. Consolami del mio esilio, mitiga il mio dolore, perchè ogni mio desiderio sospira a te. Tutto ciò che il mondo offre a sollazzo, m’è peso. io desidero di godere di te, ma non ti posso abbracciare. Vorrei attaccarmi alle cose del cielo; ma le temporali, e le passioni immortificate mi ritengono al basso. io voglio pur con la mente signoreggiare a tutte le cose; ma per lo peso della carne, contro mia voglia sono costretto di servir loro. Così io uomo infelice in me medesimo sono diviso, e omai divenuto grave a me stesso: mentre lo spirito spingesi in alto, e la carne giù basso.
5. Oh! qual di dentro sento dolore; che mentre celesti cose ripenso, ed óro; ecco di subito una turba di pensieri carnali farmisi incontro, Dio mio, non t’allontanare da me, nè sdegnato ti partir dal tuo servo. Fa balenar la tua luce, e disperdili: vibra le tue saette, e tutte le immaginazioni dell’inimico ne sien disfat-
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