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capo xlvii. 231

una volta di querelarti? or non è da tollerare per la vita eterna ogni cosa più grave? Egli non è una ciancia, il perdere, o l’acquistare il regno di Dio. Solleva adunque la fronte al cielo. ecco che io, e meco tutti i miei Santi, che dura battaglia sostennero in questa vita, ora son consolati, ora sicuri, ora in riposo; e con me nel regno del Padre mio eternamente si rimarranno.


CAPO XLVIII.


Del giorno dell’eternità, e delle angosce di questa vita.


1. Oh! beatissima abitazione della superna città! oh chiarissimo giorno d’eternità, cui non oscura mai notte; ma la somma verità irraggia mai sempre; giorno sempre lieto, sempre sicuro, che in contrario stato mai non si muta. Oh fosse pure apparito quel giorno, e tutte queste cose cadevoli avessero avuto fine! Egli risplende sì bene illuminato di perpetua chiarezza a’ beati; ma niente, se non per ispecchio e da lunge, a que’ che pellegrinano in terra.