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capo xliv. | 227 |
egli è leggermente mosso per le parole di vituperio. colui per contrario, che fidasi in me, non è vago di stare al proprio giudicio, non temerà cosa dagli uomini. Imperciocchè io sono giudice, e conoscitore di ogni secreto: io so il come è avvenuta la cosa: io conosco chi fa ingiuria, e chi la sostiene: da me venne la cosa: perchè io permisi quanto è succeduto, acciocchè le intenzioni di molti cuori sien tratte a luce. il reo e l’innocente io il giudicherò; ma prima per occulto giudicio ho voluto prendere sperimento dell’uno e dell’altro.
4. La testimonianza degli uomini inganna sovente: ma il mio giudicio è il vero; e si starà saldo, e non sarà sovvertito. Egli è per lo più occulto; e pochi ne’ singolari accidenti il ravvisano. egli non erra però giammai, nè può; quantunque agli occhi de’ pazzi sembri esser men retto. A me dunque si dee aver ricorso in ogni giudicio, nè in sul proprio avviso stare ostinato. Quindi è, che il giusto non turberassi giammai, checchè, volendol Dio, gli intravvenga. e quando pure alcuna cosa ingiustamente