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212 libro iii.

nell’annegazione di se medesimo; e qualunque ciò fa, egli è assai franco e sicuro. Ma l’antico avversario, che a tutti i buoni contrasta, non ristà dal tentare; ma giorno e notte fabbrica di gravi insidie, s’egli per avventura potesse alcuno incauto trarre nel suo trabocchetto. Vegliate in preghiere, dice il Signore, acciocchè non incappiate nella tentazione.


CAPO XL.


Che l’uomo non ha da sè alcun bene, e di niente

si può gloriare.


1. Signore, che cosa è l’uomo, che tu ti ricordi di lui, o il figliuolo dell’uomo, perchè tu il visiti? qual merito ebb’egli mai, perchè la tua grazia tu gli donassi? Signore, di che posso io dolermi, se m’abbandoni? o di qual cosa a te richiamarmi, se tu non adempi le mie domande? Or questo è veramente, ch’io posso pensare, e dire: Signore, io son niente, niente posso, niente da me ho di bene; anzi in tutte le cose son difettoso, e al niente pendo mai sempre.