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capo xxxvii. | 209 |
luogo lo smodato timore, e il disordinato amore morrà.
CAPO XXXVIII.
Del reggersi bene nelle cose esterne, e del ricorrere
a Dio ne’ pericoli.
1. Figliuolo, a questo tu dei intendere studiosamente; che in ogni luogo, e atto, od occupazione esteriore tu sii dell’animo libero, con signoria di te stesso; e che tutte le cose stieno sotto di te, e non mai tu sotto di loro; che tu sii padrone delle tue operazioni, e lor reggitore, e non servo, nè schiavo; ma libero anzi e naturale Ebreo, entrando alla eredità, ed alla libertà de’ figliuoli di Dio; i quali soprastannosi alle cose presenti, e le eterne contemplano; che le passeggere riguardano con l’occhio manco, e col destro quelle del cielo; i quali già non si lasciano trarre al godimento de’ temporali beni; anzi eglino più tosto gli tirano a servir loro secondo ragione, siccome furono ordinati e posti dal sommo fattore, il quale niente ha lasciato di sconcio nelle sue creature.