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200 | libro iii. |
chio dell’intenzione, ch’egli sia semplice, e retto, e a me di là da tutti i diversi mezzi dirigerlo.
CAPO XXXIV.
Che ad un amante sopra tutte, ed in tutte le cose
sa buono Iddio.
1. Ecco, il mio Dio, il mio tutto. Or che posso volere io di più, e che di più beato desiderare? Oh! saporità, e dolce parola; a quelli però che amano Gesù, non il mondo, nè le cose che sono nel mondo: Dio mio, mio tutto. Se v’è chi intenda, s’è detto assai; ed il ripeterlo ancora più volte è dolce a chi ama. Imperciocchè tutte le cose, te presente, son dolci, te lontano tutte nojose. Tu sei che tranquilli il cuore, e il metti in gran pace, e in festevol letizia. tu fai parer buone tutte le cose, e te lodare in ciascheduna di esse: nè c’è che possa senza di te lungamente piacere; ma s’ella dee esser gradita e saper buona, vi ci bisogna la tua grazia, e che col condimento della sapienza tua sia condita.