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192 | libro iii. |
do vi aveste tutte le cose. Io conosco gli occulti pensieri: e so che fa troppo meglio per te l’esser alcuna volta lasciato senza dolcezza; che forse non ne montassi in superbia per lo buon successo, nè in te stesso ti compiacessi di quello che tu non sei. Quello che io ti ho dato, il mi posso ritogliere, e rendertelo quando mi piaccia.
5. Quando alcuna cosa ti dò, ella è mia: quando me la riprendo, non prendo del tuo: poichè mio è ogni bene, ed ogni dono perfetto. Se io ti lasci venire gravezza alcuna, o avversità, non isdegnartene, nè cader d’animo: io posso rilevartene prestamente, e cambiarti in gaudio ogni noja. Ma non pertanto io son giusto, e da commendare altamente, quando io fo questo con te.
6. Se tu giudicassi diritto, e sanamente intendessi, tu non dovresti rattristarti sì disperatamente, per sinistro che t’avvenisse, ma goderne piuttosto, e darmene ringraziamenti: anzi questo solo reputarti a ventura, che io affligendoti con travagli, non ti risparmio. Siccome il Padre ha amato me, così io amo voi, ho