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capo xxii. 171

ditazione recarmi a mente i tuoi benefizi così generali, come particolari, sicchè io possa d’ora innanzi renderne a te grazie. ÈFonte/commento: 1815b vero, ed io il so, e ’l confesso, ch’io non posso nè pure per la menoma parte rispondere a te del dovuto ringraziamento. Io son da meno di tutti i benefizi, che io ho avuti da te; e mentre pure riguardo alla tua liberalità, sì grande la veggo, che ne vien meno il mio spirito.

2. Tutto quello che noi nell’anima abbiamo, o nel corpo, e ciocchè di dentro, o di fuori per naturale, o per soprannatural modo noi possediamo, tutto è tuo dono; e te predicano benefico, te buono, te pio, dal quale abbiamo ricevuto ogni bene. E sebben altri più, altri manco n’ha avuto, tutti nondimeno son tuoi; e nè il più picciolo si può avere, se non da te. Qualunque n’ha avuto più, non può gloriarsi in alcun merito proprio, nè sopra gli altri levarsi, nè insultare al minore: essendo che quegli è il maggiore e ’l migliore, che meno ascrive a se stesso di bene, ed a ringraziare è più umile, e più divoto. E chi si giudica il più vile, e