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148 | libro iii. |
chè più facilmente è vinto il nemico di fuori, se l’uomo di dentro non sia corrotto. Non ha l’anima più grave nè peggiore nemico, di quello che tu sei a te stesso, se ben con lo spirito non ti accordi. Ti bisogna del tutto disprezzar te medesimo in verità, se vuoi prevalere contro alla carne, ed al sangue. Per ciò che troppo disordinatamente ami te stesso, pertanto rifuggi di lasciarti del tutto volgere a grado altrui.
2. Ma che gran fatto è, che tu, il quale sei polvere e niente, ti ponga sotto d’un uomo per amore di Dio; quando io onnipotente ed altissimo, che tutte ho fatte di nulla le cose, umilmente mi sono soggettato all’uomo per te? Io mi son fatto il più basso di tutti, anzi l’ultimo a dover rintuzzare la tua alterezza con la mia umiliazione. Impara ad obbedire, o tu polvere. Impara ad abbassarti, o tu terra e fango; e ad atterrarti sotto a piedi di tutti. Apprendi a rompere le tue voglie, e a vivere in ogni maniera di soggezione.
3. T’accendi di sdegno contra di te; nè tollerar che gonfiezza mai viva in te: anzi ti fa così basso e pic-