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134 | libro iii. |
te l’aver meno, che assai, di che tu potessi montare in superbia. Non adopera discretamente com’è richiesto, colui che tutto abbandonasi all’allegrezza, dimenticando la prima sua povertà, e il timor casto di Dio, il quale ha paura di perder la grazia, che gli fu conceduta. Nè anche con troppa virtù si governa chi in tempo d’avversità, o di qualsivoglia molestia, troppo è sfidato, nè con la debita fiducia pensa, e sente di me.
4. Quegli che in tempo di pace prende troppo di sicurtà, le più volte in tempo di guerra si troverà soverchiamente abbattuto, e pauroso. Se tu sapessi serbarti sempre umile, e piccolo nel tuo giudizio, e il tuo spirito moderare, e reggere dirittamente, non correresti pericoli, nè inciamperesti sì leggermente. Ottimo consiglio si è, che tu conceputo lo spirito di fervore, pensi quello che debba essere, quando il lume ti si nasconda. Il che quando ti sia avvenuto, pensa, che e’ può di nuovo comparirti la luce; la quale io per tua guardia, e per gloria mia, t’ho a tempo sottratta.
5. Torna meglio assai volte cotesta