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capo ix. 95

va: Io ho detto nella mia soprabbondanza; io non sarò smosso in eterno. Ma partita quella soavità, presa esperienza di ciò ch’egli era in se stesso, aggiunge: Tu hai rivolta da me la tua faccia, ed io ne son rimaso conturbato. In questo però non dispera già egli, anzi più sollecitamente prega il Signore, dicendo: A te griderò, o Signore, e supplicherò al mio Dio. Infine riporta il frutto della sua orazione, ed afferma sè essere stato esaudito, dicendo: Mi ha udito il Signore, ed ha avuto misericordia di me; il Signore s’è fatto mio ajutatore. Ma in che? Tu m’hai rivolto (dice) in gaudio il mio pianto, e circondastimi d’allegrezza. Se a questo modo usò Dio co’ gran Santi, noi poveri e infermi non dobbiam disperare, se talora ferventi, talora siam freddi: conciossiachè lo spirito viene, e va, secondo il beneplacito della sua volontà. Onde dice il beato Giobbe: Tu visiti l’uomo, o Signore, di buon mattino; e improvvisamente il metti alla prova.

6. In che poss’io dunque sperare? o in cui debbo io confidarmi, se non se nella sola misericordia di Dio, [e]Fonte/commento: 1815b