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Dice Iddio: «La mercede del povero che ha lavorato per te, e del forestiero che teco dimora, non rimanga dalla sera alla mattina in tua mano, che tu non lo dia il dì medesimo; perch’egli è pover’uomo, e di quello sostiene la vita: che poi e’ non chiami al Signore, e la tua tardanza non faccia te reo di colpa. Se darai danaro a prestito ai poveri del popolo mio, tuoi fratelli; non gli farai forza per riscuoterlo, non li opprimerai con usure: che Dio ti benedica in ogni opera che tu farai sulla terra. Il tuo fratello, avvilito dalla misericordia, e debole al lavoro, se tu l’accogli a vivere teco; non usureggiare sull’opera sua, nè pigliarti più grano di quel che gli desti, o qualsiasi altra cosa. Temi il tuo Dio, e fa che possa il tuo fratello meschino campare teco. Se avrai preso in pegno dal tuo fratello povero o dalla vedova il suo vestito; fa che il suo pegno non pernotti da te; gliene renderai innanzi che il sole tramonti; acciocch’egli, dormendo sul suo letto, ti benedica, e che tu acquisti merito innanzi al Signore comune padre. Cosa che sia necessaria alla vita, non ricevere in pegno dai fratelli tuoi poveri. E nel richiedere quello ch’ègli ti deve, non gli entrerai in casa per prendere il pegno: ma tu sta di fuori; e egli quel ch’ha, profferisca.
«Nel giudicare non guarderai chi sia povero, ne chi sia potente, per rendere a questo più rispetto che a quello: secondo giustizia giudicherai, massime il forestiero e il pupillo. Ramméntati che tu pure fosti disgraziato in Egitto, e che il Signore Dio tuo te n’ha liberato. Non date noia