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Provvedimenti di giustizia liberale. Ogni settim’anno il raccolto è de’ poveri, acciocchè l’uomo che possiede qualcosa non si attacchi con troppa tenacità al suo avere; acciocchè si usi a risparmiare il raccolto d’un’annata sì che faccia per due; e perchè sappia che il diritto a campare è comune agli uomini tutti, e che la terra è di Dio, padre a tutti. Per queste medesime ragioni e per altre parecchie, nella legge mosaica, era illecito vendere in perpetuo altri fondi che la casa dentro nella città: e questa sola chi non riscattasse entro un anno, perdeva per sempre, acciocchè nella città, dove i modi di vivere son più facili, e maggiori i pericoli della scioperatezza, fosse stimolata l’industria, e fosse punita la negligenza di coloro che corressero a vendere con la sicurezza di riavere da ultimo. Ma quanto alle case fuori di città ed a tutti quanti i poderi quell’anno del giubbileo rimetteva l’uguaglianza turbata; e così da un lato si riparava ai mali dell’opulenza corruttrice e oziosa per avere troppo, dall’altro ai mali della povertà tentatrice e oziosa per aver nulla. I primi Cristiani perfezionarono questi ordinamenti mettendo tutto in comune quello che avevano, e immobili e mobili, facendosi tutti poveri nello spirito, e ricchi in carità. E quando gli uomini conosceranno meglio le dolcezze della vera uguaglianza, non già di quella che consisterebbe nel poter tutti del pari comandare e godere (ch’è stoltezza impossibile), ma di quella che insegna a comunicare co’ fratelli i diritti e le consolazioni, a sottostare tutti a Dio per non soggiacere ai capricci degli uomini; quando, dico si conoscerà la vera uguaglianza, allora l’esempio datoci dalla legge mosaica e dalla prima Chiesa de’ Cristiani sarà gloriosamente imitato.