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stelle e dei pianeti, che sono tanto più grandi di questa terra che a noi pare sì grande; e venne formandosi questa terra stessa, e si consolidò e rasciugò e diventò tale che la specie umana potesse respirare e crescere in essa. Dunque Iddio, col volere che noi celebriamo questa mirabile solennità della creazione del mondo, innalza la nostra mente a tre grandi pensieri che sono tre serie d’innumerabili altri pensieri. Il primo pensiero si è: queste grandezze e bellezze che noi veggiamo nel mondo, son tutte effetto della parola di Dio, che ne ha fatte, e può farne, altre infinite, delle quali noi non possiamo comprendere pur la minima parte. E questo pensiero deve insieme eccitare l’amor nostro, umiliare l’orgoglio, e insegnarci che tutte le mondane magnificenze in cui gli uomini si compiacciono tanto, son cosa mirabile; peggio che se un pugno di fango volesse paragonarsi al fior della rosa. Il secondo grande pensiero che può rallegrarci la mente ne’ dì di festa, gli è appunto l’andare pensando delle cose create da Dio, quelle che a noi paiono più grandi e più belle; e domandandone a chi ne sa più di noi, godendo di quelle che possonsi godere, senza altrui danno nè nostro come la serenità d’un bel cielo, l’amenità d’una bella campagna, i fiori, le acque vive, le rarità de’ paesi lontani che ci vengono mostrate o narrate; anche le belle opere dell’arte dell’uomo, e le belle parole che ci hanno lasciati i nostri antichi scritti: perchè eziandio queste, essendo fattura di anime create da Dio, conducono al Creatore le anime nostre. Il terzo grande pensiero è: uscire con l’immaginazione e con l’affetto fuori de’ confini di questo piccolo pianeta; e pensare gl’innumerabili mondi creati da Dio, che intorno a questo pianeta girano, ed esso intorno a loro; pensare alle innumerabili creature, che vivono in quelli forse più perfette di noi.