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«Io sono il Signore Dio tuo, che ti tolsi dalla terra d’Egitto, dal luogo di servitù. Non avrete altri Iddii: non vi farete imagine scolpita, nè altrimenti, di cose che sono su in cielo o sulla terra o dentro dell’acque, per inchinarvi a quelle immagini come a deità». A che segno dà egli il Signore a conoscere a questo popolo la sua verità? A questo, dell’averli fatti liberi dai vili dolori della servitù. E in riconoscenza dell’aver resa ad essi dignità, gli comanda che sappiano conservare l’umana dignità; non adorino le creature, a Dio solo servano; levino l’anima più alto che le immagini delle cose materiali, le quali la fanno schiava. Perchè, se l’uomo non stimasse troppo le cose materiali, non si farebbe mai servo alle altrui prepotenze e ai capricci.
Se Israello promette di non voler servire che a Dio; a vicenda Iddio a lui promette: «Manderò l’Angelo mio, che preceda a te nel cammino e ti difenda per via: benedirò al tuo pane e all’acque perchè tu non serva agli Dei delle genti. Non giurate per essi; non s’oda sulla lingua vostra né manco il nome loro. Rammentatevi che Iddio vi trasse da quella rovente fornace di ferro, dalla schiavitù d’Egitto, per farvi la sua nazione. Conservate i precetti miei tutti, e meditateli sedendo in casa e andando per via, nel coricarvi e nel destarvi dal sonno; raccomandateli a’ vostri figliuoli e a’ nepoti. Amate il vostro Dio e con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze dell’essere vostro. E quando i vostri figliuoli domanderanno che significhino questi riti e queste