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ch’io me ne vada, ch’io ritorni a’ miei fratelli infelici in Egitto per vedere se campano, e come». E il suocero gli disse: «Va con la pace di Dio». Prese dunque Mosè la sua moglie e i due suoi figliuoli e si mise in via: la sua famigliuola a caval d’un asinello, egli a piedi, con in mano il bastone pastorale ch’egli aveva sul monte Orebbe. Con questo apparecchio ritornava questo povero sbandito per empiere di maraviglia e di sgomento i cortigiani e i sapienti e gli abitanti tutti dell’ampio regno d’Egitto: perchè piace a Dio eleggere i deboli per abbattere i forti, e donde men s’aspettava fa procedere la salute. Così de’ cenci d’un pezzente gettati sulla strada, si fa carta, e vi si scrivono parole che ammaestrano i savi, fanno tremare i cattivi, e rendono i buoni migliori.
Ad Aronne intanto il cuore diceva (così vuole Dio), che il fratello era già per venire. E gli andò a rincontro buono spazio di via e lo rincontrò nel sentiero della montagna e si baciarono. E Mosè espose ad Aronne i comandi da Dio ricevuti, e le promesse di fatti meravigliosi. E fecero insieme la strada ragionando degli antichi dolori e della speranza novella. E giunti in Egitto, radunarono segretamente tutti i seniori de’ figli d’Israello, siccome quelli che era da credere avessero e pe’ vincoli di famiglia più affetto alla patria, e per gli anni e per le faccende, maggiore senno. Espose Aronne le promesse che aveva Mosè ricevute da Dio: e i figli d’Israello dettero fede; e s’accorsero che Dio aveva misericordiosamente riguardato alla loro afflizione. E tutti commossi nell’anima, resero a Dio grazie di cuore.