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da’ suoi pensieri, ebbe occhi da vedere l’offesa fatta a quelle fanciulle deboli e sole, ebbe cuore da sentirne rispetto e pietà. Perchè gli animi generosi dai mali proprii acquistano delicatezza a sentire gli altrui, e vigore a voler mitigarli. S’alzò a un tratto; e senza tante parole scacciò via con la mazza e co’ calci le pecore di que’ pastoracci, che non sentivano la riverenza dovuta al debole, e specialmente alle donne. Volevano sulle prime rivoltarsi, come se l’impertinente fosse lui: perchè a questo mondo chi difende, sovente pare che offenda: ma vedendo, al fare e alla cera, che c’era poco da scherzare con quel forestiero, si trassero in disparte, e lo guardarono in cagnesco. E Mosè non bastando l’acqua attinta, gliene attinse alle fanciulle di sua mano ancora e le pecore bevvero.

E’ pare che que’ pastori solessero usare a quelle fanciulle di questi soverchi; perchè Raguele, il vecchio padre, al vederle, domandò: «Che vuol dire che voi ritornate più di buon’ora?». Rispose: «Un forestiero, che pare un Egiziano, ha tenuti addietro i pastori; e poi ci attinse l’acqua, e diè a bere alle pecore nostre». E il padre: «Dov’è egli? Perchè lasciarlo andare così? Chiamate quell’uomo, che venga e mangi un boccon di pane da noi». Andarono, e lo trovarono seduto in altra parte solitaria co’ suoi pensieri. In nome del padre lo invitarono con franca e innocente allegrezza. E Mosè venne: e, perchè un’opera buona tra gente buona è vincolo di familiarità cordiale, s’intesero presto tra loro, che parevano tutti una famiglia. Così, al primo verde di primavera, vengono varii uccelli da diverse campagne in una valle solinga, e allegri accordano i canti. Mosè propose seco stesso di voler stare con Raguele; e, a suo tempo, chiese in