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Scaricarono in fretta e posero in terra i sacchi, e li sciolsero. Li riguardò il maggiordomo a uno a uno; e ritrovò la coppa nel sacco di Beniamino. Allora tutti, stracciandosi dal dolore le vesti, non sapevano che si dire. Ricaricarono, e tornarono in città fuori di sé.


Vennero; e Giuda primo di tutti, e tutti dopo lui si gettarono in terra, chiedendo pietà. A’ quali Giuseppe disse: «E perchè mai farmi questo? Non sapete chi io sono?» E Giuda disse: Che possiam noi rispondere al signore nostro? Come scusarci? Che parola dire? Iddio ha voluto punire i peccati de’ servi vostri. Ecco tutti siam servi del signore mio e noi e il giovanetto da chi si è trovata la coppa». Giuseppe rispose: «Non sarà mai ch’io voglia cotesto. Quegli che ha rubato la coppa, quegli rimanga. Voi altri andate liberi al padre vostro». Giuda allora si fece animo, e, accostatosi un poco con aria supplichevole e voce piana, gli disse: «Prego, signor mio, che possa il vostro servo far giungere al vostro orecchio una parola. Deh non vi prenda sdegno, signore. Voi, dopo il re, siete il primo di questo paese. «Dapprima quando si venne qua, domandaste a’ servi vostri: - Avete voi padre o fratello? - E noi si rispose, signore: - Abbiamo il padre ch’è vecchio, e un fratello giovanetto, che gli nacque ch’egli era già vecchio, d’un’altra moglie, e il suo fratello, ch’era figliuolo di quella medesima madre, morì; e di quella madre gli è il solo; e il padre l’ama con gran tenerezza. - Allora voi diceste, signore, ai servi vostri. - Conducetelo a me, ch’i lo voglio vedere. - Noi rispondemmo al signor nostro: - Non può il giovanetto lasciar il suo vecchio padre. - Voi diceste allora, signore ai servi vostri: - Se il fratello più giovane non viene con voi, non vedrete mai più la