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Giuseppe faceva le parti e mandava; e la parte di Beniamino era sempre cinque volte più abbondante che le parti degli altri fratelli. E mangiando e bevendo, fecero cuore alquanto: ma sempre si meravigliavano nei loro pensieri.


Finito di mangiare, Giuseppe diede quest’ordine al suo maggiordomo: «Empi loro i sacchi di grano, quanto ne cape; e metti in sommo del sacco il denaro, dato da ciascheduno. Nel sacco poi del più giovane tra i fratelli porrai col danaro la mia coppa d’argento». E fu fatto così. Si accomiatarono: e uscirono di città; ed erano già alquanto oltre, allorchè Giuseppe chiama il suo maggiordomo, e gli dice: «Va, corri dietro a quegl’uomini e fermali, e di’: - Perchè rendere mal per bene voi altri costì? la coppa che avete rubata, è quella appunto che il signor mio ci beve. Che azionaccia avete mai fatta?». Il maggiordomo corse, li prese e gridò; e disse quelle parole. Or pensate come rimasero. «Perchè mai (risposero) il signor nostro dice queste cose? Come può credere che abbiam fatta azione così brutta, noi? Quel danaro che s’era trovato nei sacchi, lo abbiamo fedelmente riportato dalla terra di Canaan; or come può essere che noi siamo arditi di rubare oro o argento di casa al signore nostro? Da chi de’ servi nostri si trova la coppa, quegli sia morto, e noi rimarremo al signor nostro in servitù». Il maggiordomo disse: «Sia così come voi giudicate. Da chi sarà trovata la coppa, quegli sia servo mio: ma voi altri n’andrete franchi».