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Troppo lungo sarebbe raccontarvi qui, per che vie lo trasse Iddio da quel luogo, e lo desse a conoscere al re d’Egitto, e lo rendesse tanto pregiato negli occhi di lui, che, dopo esso re, Giuseppe divenne in tutto il regno la prima autorità. Allorchè queste nuove fortune gli seguirono, Giuseppe aveva trent’anni. E prese moglie, e n’ebbe due figli; il primo Manasse, il secondo Efraimo. Quando Manasse gli nacque, Giuseppe disse: «Iddio mi fece uscir dal pensiero i travagli della prima mia giovinezza». Quando gli nacque Efraimo: «Iddio mi fece grande nella terra della mia povertà».


Venne gran fame in Egitto, e in molti paesi vicini e lontani. E perchè il regno d’Egitto, per il senno di Giuseppe ispirato da Dio, era provvisto di biade, messe in serbo negli anni buoni; da molte parti correvano in Egitto per comprar pane, e alleggerire il peso della lunghissima carestia. Giacobbe, l’afflitto padre di Giuseppe, sentendo che in Egitto vendevasi del grano, disse a’ suoi figliuoli: «Che state a badare? Sento che in Egitto c’è grano: or andate a prendere il bisognevole, che non si perisca». Andarono dunque dieci fratelli di Giuseppe a comprare del grano in Egitto; ma Giacobbe ritenne Beniamino a casa, dicendo a’ fratelli di lui: «Non forse gli incolga sventura per via». Le quali parole, dette dal padre, addolorato, parevano viva riprensione di quel che avevano fatto contro