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ve l’annunziano perchè credono che ci abbiate piacere e, adulando tanto crudelmente, vi umiliano e addolorano a fondo. L’Amalecita s’era come gloriato dell’aiuto accordato a Saul a morire; e di questo principalmente intese Davide fargli portare la pena.

Or, perchè il canto degli uomini ispirati da affetto è naturale sfogo del dolore ancora più che dell’allegrezza, Davide, poeta grande, fece una canzone che piange di Saul e di Gionata; e volle che il popolo la apprendesse e cantasse; che diceva così: «Pensa, Israello, a coloro che trafitti morirono sulle tue cime. I prodi d’Israello furono sulle montagne tue uccisi. Deh come caddero i forti! Non lo dite in Get, non ne spargete novella per le vie d’Ascalona; che non gioiscano le figlie de’ Filistei, le figlie degli impuri non n’abbiano a menare vanto. O monti di Gelboe, nè rugiada nè pioggia venga su voi; di primizie sian poveri i vostri campi: perchè quivi cadde lo scudo de’ forti, lo scudo di Saul, come se cosa sacra non fosse. Da’ robusti petti nemici non rimbalzò mai a vuoto la saetta di Gionata; non ne ritornò mai digiuna la spada di Saul. Saul e Gionata, cari e degni d’amore in vita non li divise la morte più veloci delle aquile, forti più de’ leoni. Oh figlie d’Israello, piangete di Saul che vi vestiva di vermigli panni delicati, e adornava di vezzi d’oro. Come caddero i forti in battaglia! Gionata sulle alture tue giacque morto. Mi duole di te, mio fratello, gentile tanto, degno d’amore sopra ogni più grande amore. Come caddero i forti, e si spersero l’armi possenti di guerra!».

Quando fu Davide riconosciuto per re di Giuda, gli vennero a dire come gli uomini di Jabes in Galaad avessero dato sepoltura pia a Saul e a suoi figli. E chi