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rimproveri di torti antichi, e per causare pericoli di nuovi torti. Ma senz’altro gli dice: «Ecco l’asta del re. Salga uno de’ servi del re, che la prenda. E il Signore renderà a cascheduno secondo la bontà e la schiettezza de’ suoi pensieri. Iddio v’aveva posto in mia mano e sapete com’io mi son portato, signore verso di voi. E siccome io ho oggi avuta cara e preziosa la vita nostra così Dio abbia cara la mia, e da ogni male mi liberi».
Aveva Davide al re tolta l’asta, come per dimostrarsi valido a torgliergli l’arma di mano: ma poi glie la rende, per lasciare che la sua coscienza e Dio Signore gli disarmino meglio che la mano di lancia, l’animo d’odio; arme che si rivolge contro chi l’usa, come scioppo che scoppia e atterra l’archibusiere. Allora Saul disse a Davide: «Figliuol mio, le opere tue saranno fatti veri, e la potenza tua vera potestà».
A questo segno riconosce Saul, quantunque invido nemico, riconosce che Davide è destinato da Dio a grandi cose; a questo segno, ch’egli è generoso, che la vita e le cose del nemico hanno un pregio negli occhi di lui. E la generosità veramente è l’ottimo degli augurii presso degli uomini, e dinnanzi a Dio la più efficace preghiera. Onde ben fa Davide a desiderare che Dio così gli abbia misericordia come egli usa misericordia a chi l’offendeva. Nelle quali parole è inchiusa, come in germe, la santa preghiera che Gesù c’insegnò: Padre nostro, rimettete come noi rimettiamo. Ma in questa preghiera di Gesù buono il germe è cresciuto in grande pianta che porta perpetuo il fiore coi frutti.